Tutti i collaboratori sono chiamati a dare un contributo in termini di sapere. Questo sapere non riguarda esclusivamente le capacità cognitive, ma anche le capacità di relazionarsi con gli altri, di esprimere atteggiamenti positivi, di coinvolgere, di comportarsi in modo utile all’impresa e ai colleghi.

Queste capacità si sviluppano attraverso una commistione tra abilità cognitive ed emotive, per sviluppare le quali occorre un approccio meno lineare in termini di apprendimento. È innegabile che le capacità relazionali e di lavoro in team siano essenziali per ogni attività aziendale, così come è indispensabile che il singolo sia in grado di ascoltare e controllare le proprie emozioni.

Per rendere più chiari i complessi fenomeni delle soft skills, abbiamo deciso rappresentarli in un modello diviso in quadranti a seconda della prevalenza degli aspetti cogniti ed emotivi, personali e relazionali.

Ne risultano quattro aree di intervento:

  • Area cognitivo-personale: in cui rientrano le self management skills, competenze legate all’esecuzione di attività riconducibili alla dimensione individuale (gestione del rischio e del cambiamento, time management, tecniche di gestione dell’errore...).
  • Area emotivo-personale: ovvero le abilità che si riferiscono alla emotional intelligence, alla capacità di conoscere, gestire e valorizzare la propria sfera emotiva (flessibilità, gestione dello stress e delle critiche, resilienza...).
  • Area cognitivo-relazionale: competenze orientate alla gestione della relazione, cioè alle social skills (comunicazione, team working, negoziazione...).
  • Area emotivo-relazionale: in cui raggruppiamo le proposte formative orientate a sviluppare le abilità di tipo empatico e di gestione delle emozioni all’interno dei processi relazionali, ovvero quel che afferisce all’area della cosiddetta social intelligence (motivare i colleghi, gestire i conflitti, comunicazione empatica...).

Partendo dall’analisi del fabbisogno dei singoli collaboratori questo schema di riferimento può essere un’utile guida per le scelte e la programmazione degli interventi. Parallelamente può rappresentare una spia per individuare le competenze dei formatori che andranno a operare all’interno dei singoli quadranti.

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