Nell’ambito degli obiettivi UE Digital Decade per il 2030, l’Italia sta progredendo nella sua trasformazione digitale, in particolare nell’infrastruttura e nei servizi pubblici digitali. Nonostante questi passi avanti, permangono sfide significative per le competenze digitali della popolazione e per la disponibilità di specialisti ICT.
Di seguito esploriamo i risultati del Country Report 2025 del nostro Paese.
Competenze Digitali di Base: Analisi dei Divari e Iniziative Strategiche
Nel 2023, solo il 45,8% degli italiani possedeva competenze digitali di base, un dato nettamente inferiore alla media UE del 55,6%. Nonostante iniziative significative, non si sono registrati miglioramenti sostanziali negli ultimi due anni. I divari digitali sono evidenti e riflettono aree di particolare attenzione:
- Solo il 22,57% delle persone con bassa istruzione possiede competenze digitali di base, evidenziando quindi una forte correlazione con il livello di istruzione.
- I giovani (16-24 anni), sebbene il gruppo più competente (59,07%), ma sono comunque al di sotto della media UE (69,98%). Gli anziani (65-74 anni) presentano le competenze più basse (19,33%).
- Le lacune maggiori riguardano le competenze legate alla sicurezza digitale.
Per colmare questi divari, l’Italia ha fissato un obiettivo nazionale dell’80,1% di competenze digitali di base entro il 2030. Misure chiave, sostenute dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e estese fino al 2030, includono:
- Il servizio civile digitale, che coinvolge oltre 9.000 giovani volontari.
- La rete di servizi di facilitazione digitale (Punti Digitale Facile), che ha supportato circa 660.000 persone nell’uso dei servizi digitali.
- Iniziative come ‘Repubblica Digitale’ e programmi scolastici come ‘Scuola 4.0’ e ‘Nuove Competenze e Lingue-STEM’, che mirano a rafforzare l’educazione digitale a tutti i livelli. Queste iniziative sono fondamentali per contrastare il digital divide.
Carenza di Specialisti ICT: Sfide e Strategie per il Mercato del Lavoro Digitale
La quota di specialisti ICT nell’occupazione totale in Italia è rimasta al 4% nel 2024, inferiore alla media UE del 5%. L’obiettivo nazionale è un più ambizioso 8,4% entro il 2030. La partecipazione femminile è ancora bassa, attestandosi al 17,1% rispetto al 19,5% dell’UE. La domanda di professionisti digitali, in particolare per le competenze legate all’Intelligenza Artificiale, è elevata e continua a superare l’offerta.
Per affrontare questa carenza di talento digitale, il governo sta potenziando l’offerta formativa terziaria non universitaria, come gli ITS, e introducendo nuovi percorsi professionali tecnologici per allineare l’istruzione alle esigenze del mercato del lavoro. Le iniziative di ‘Repubblica Digitale’ supportano anche lo sviluppo di competenze ICT specialistiche e la promozione della parità di genere nel settore.
Le sfide per le imprese
Nonostante il 62,67% delle imprese sensibilizzi già i propri dipendenti sugli obblighi di sicurezza ICT, permangono sfide. La mancanza di cultura digitale a livello gestionale e la difficoltà di adattamento dei dipendenti alle nuove tecnologie, soprattutto per l’AI, sono barriere significative. Per questo, è cruciale investire in percorsi di upskilling e reskilling dei lavoratori e promuovere la collaborazione con il sistema educativo.
In conclusione, l’Italia sta investendo in modo significativo per la sua transizione digitale, con un ingente budget del PNRR dedicato al digitale (26% del totale, pari a 46,8 miliardi di euro). Un impegno sostenuto e mirato è cruciale per superare i divari di competenze digitali e formare i professionisti necessari per garantire un futuro digitale inclusivo e competitivo per tutti i cittadini e le imprese.
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