L’intelligenza artificiale è la tecnologia che ha visto la più rapida adozione della storia. Più veloce di Internet e ancora più veloce degli smartphone, una delle tecnologie che si è diffusa nel mondo in maniera estremamente rapida. Per capirne la portata, basta un dato: negli USA nel 2024 il 39,4% degli adulti già usava uno strumento di IA generativa sul lavoro. La percentuale di persone che ha utilizzato, a qualsiasi scopo, l’IA generativa era, a fine 2024, del 27%. Niente male per una tecnologia che è stata resa disponibile al pubblico a fine novembre 2024. Quale sia il reale stato di adozione dell’IA generativa nel mondo business è difficile da stabilire: ci sono numerose ricerche che riportano dati diversi, anche di molto. Secondo IDC, per esempio, l’adozione è già al 75% nel 2024. Ma, va detto, questi dati sono basati su un sondaggio su grandi multinazionali che operano a livello globale. E, nella maggior parte dei casi, non si tratta di implementazioni su larga scala, ma di progetti pilota.

L’AI Literacy non è formazione tecnica

Sicuramente, l’adozione accelererà ulteriormente, e si diffonderà rapidamente anche fra le PMI. E sarà necessario formare i lavoratori al suo corretto utilizzo, anche perché è uno degli obblighi imposto dall’AI Act europeo, che parla esplicitamente di AI Literacy, alfabetizzazione all’uso dell’IA. Un’ennesima scocciatura burocratica? Questa volta no. Il fatto che si metta nero su bianco la necessità di formare chi la utilizza è un aspetto chiave, anche perché non si parla di formazione tecnica. L’obiettivo dell’UE non è quello di imporre alle aziende di insegnare ai lavoratori come scrivere prompt efficaci per gli assistenti virtuali: il focus è sull’uso etico e responsabile di questa tecnologia che sta avendo un impatto dirompente. Il regolamento mira a promuovere l’adozione di un’intelligenza artificiale incentrata sull’uomo e affidabile, garantendo al contempo un elevato livello di protezione per la salute, la sicurezza e i diritti fondamentali. A tal fine, l’alfabetizzazione in materia di IA (definita come abilità, conoscenze e comprensione) dovrebbe fornire a fornitori, utilizzatori e persone interessate le nozioni necessarie per prendere decisioni informate sui sistemi di IA.

Perchè è utile fare formazione sull’IA

E questo è fondamentale. L’IA generativa, infatti, è una tecnologia che può aumentare significativamente la produttività dei singoli lavoratori e migliorare i processi interni alle aziende, ma non è priva di rischi. I primi sono relativi alla privacy: è fondamentale che chi utilizza l’IA capisca tutte le implicazioni del caricare dati su un sistema di IA che, in certi casi, potrebbe utilizzarli per l’addestramento. E bisogna anche preparare chi usa l’IA a riconoscerne i limiti: le risposte, apparentemente perfette, non sempre lo sono, e spesso ci sono imprecisioni o informazioni inventate di sana pianta dall’IA, le cosiddette allucinazioni. Che hanno già fatto le loro vittime: le prime sono state degli avvocati di New York, che hanno portato in tribunale documenti generati tramite ChatGPT che contenevano precedenti giudiziari inventati di sana pianta dall’IA. Lezione appresa? Macché: lo stesso è accaduto in Italia di recente.

In entrambi i casi, il problema non è l’uso dell’IA generativa in sé, ma un utilizzo che potremmo definire dilettantesco, da chi non comprende le implicazioni di questa tecnologia. Ben venga quindi un obbligo di AI Literacy, a tutti i livelli, per chi la utilizza sul lavoro: ne abbiamo tutti da guadagnare.

 

Alberto Falchi