In uno scenario generale incerto, condizionato da fattori economicamente non governabili, l’intermediazione finanziaria vive una situazione condizionata che ne può mettere a rischio la stabilità e ne pone sempre più le capacità di gestione sotto la Governance monetaria e di vigilanza delle Banche Centrali.
Assume particolare interesse il dibattito in merito al segmento delle BCC/CRA nella loro evoluzione. La riforma del 2016, la sua entrata in vigore nel 2019 e la attivazione dei due GBC e dell’IPS hanno evidenziato nella loro sequenza qualche incertezza operativa e qualche debolezza sia strategica che organizzativa.
Con la migliore completezza ed ampiezza dei punti di vista, la situazione in essere e le prospettive possono essere approfondite partendo da alcune considerazioni oggettive:
- le aggregazioni realizzate mantengono la presenza attiva di realtà dedicate all’attività bancaria di dimensioni limitate;
- eventuali obiettivi di effettiva integrazione (ampiamente non desiderati dalla base) si svilupperebbero in tempi lunghi;
- le esigenze di stabilità e di efficienza sono obiettivi di breve periodo e sono sotto pressione per motivi anche esogeni, ben noti e non eliminabili al momento.
I temi più critici – nell’immediato e nel breve – relativi alla riforma appaiono:
- la natura, le competenze e l’efficienza dei GBC;
- la possibilità di modificare la struttura dei GBC in IPS;
- il posizionamento del settore fra le banche significant o fra quelle non significant;
- i profili operativi del modello di vigilanza da applicare al gruppo e alle singole componenti;
- la gestione delle aree di debolezza ancora presenti all’interno del settore;
- il costo ed i rischi di un ulteriore cambiamento, qualora si modificasse l’assetto normativo, strategico e organizzativo dei GBC
Giuseppe G Santorsola
Professore Ordinario di Asset Management,
Corporate Finance e Corporate & Investment Banking.
Università Parthenope di Napoli
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