Il termine “Open Banking”, come ormai noto, ha sancito l’apertura del sistema dei pagamenti ad attori esterni che possono operare a valere sull’infrastruttura bancaria esistente anche a prescindere dall’esistenza di accordi, multilaterali o bilaterali, con le singole banche, nel quadro di diritti e obblighi definiti dal legislatore.

La definizione di Open Banking
In particolare, secondo la definizione della Bank of International Settlements (BIS), con il termine “open banking” si intende una forma di “condivisione e sfruttamento dei dati autorizzata dai clienti da parte delle banche con sviluppatori e aziende di terze parti per costruire nuovi servizi e applicazioni, come quelli che offrono pagamenti in tempo reale, maggiori possibilità di trasparenza finanziaria per i titolari di conti e opportunità di marketing e cross-selling”.

L’open banking ha, quindi, comportato la necessità per l’Autorità di regolamentazione e controllo di rimodulare le proprie prassi nel duplice obiettivo di favorire da un lato, anche in un’ottica europea, l’offerta dei nuovi servizi da parte del mercato e dall’altro di adattare le tradizionali metodologie di sorveglianza/vigilanza ai peculiari rischi connessi con il nuovo ambiente e alle specificità di nuovi sistemi e infrastrutture come le cosiddette piattaforme di sistema.

Modello di segnalazione trimestrale
In tale ambito, la Banca d’Italia ha avviato nel gennaio 2020 un modello di segnalazione semestrale relativo all’operatività delle interfacce di accesso ai nuovi intermediari (cd. “Third Party Provider” o “TPP”), che fornisce all’Autorità una visione dell’operatività del comparto nel mercato italiano e la possibilità di valutare dinamicamente i profili di efficienza e affidabilità del sistema, attraverso la raccolta strutturata di informazioni statistiche relative a:

  • (i) adesione
  • (ii) accessi all’interfaccia
  • (iii) volumi di operatività
  • (iv) tempi di risposta
  • (v) disponibilità del servizio
  • (vi) dispute
  • (vii) supporto alle terze parti.

Il quadro che emerge dalle segnalazioni, disponibili fino al primo semestre 2022 (e riflessi nel paper pubblicato dalla Banca d’Italia a marzo 2023), ha evidenziato un aumento del numero di Third Party Provider, oltre ottanta, a fronte di un coinvolgimento dei clienti finali ancora limitato rispetto al potenziale, a dimostrazione che il mercato si trova ancora in una fase di avvio.

In particolare, si evidenzia una crescita degli importi transati del 161% rispetto al semestre precedente, mentre nello stesso periodo l’incremento del numero di utenti è stato pari al 15%. Dal punto di vista tecnico, il servizio di disposizione di ordini di pagamento (cd. “PIS”) e il servizio di informazione sui conti (cd. “AIS”) sono cresciuti rispettivamente del 9% e dell’82%.

Al forte peso dei servizi informativi AIS contribuisce l’attività di testing, attività particolarmente intensa dal secondo semestre del 2020. È possibile che, già dal 2021, l’incidenza dell’attività di testing da parte dei Third Party Provider si sia progressivamente ridotta e che stia prendendo quota l’operatività della clientela, riscontrabile anche nella crescita della quota di servizi dispositivi PIS.

Il totale dei clienti che utilizzano i nuovi servizi è ancora limitato, ma presenta margini di crescita elevati nei prossimi anni, non appena sarà terminata la fase iniziale di sviluppo del mercato.

Riguardo ai servizi dispositivi (PIS), l’importo complessivo transitato nel sistema dal primo semestre del 2020 ha seguito una tendenza lineare, sino alla fine del 2021, per poi accelerare in maniera importante durante il primo semestre 2022 (il totale semestrale dei pagamenti effettuati da ciascun cliente, nel primo semestre del 2022, è in media di poco superiore a € 2.800).

L’affidabilità e le performance delle interfacce dedicate sono tendenzialmente migliorate nel tempo. Ulteriori miglioramenti sono attesi dalle nuove iniziative in atto, sia per la completa rimozione degli ostacoli per i Third Party Provider (come da linee guida EBA), ma ancor di più per i comportamenti maggiormente proattivi da parte degli operatori di mercato.

La spinta tecnologica in corso funge da stimolo anche alla ricerca di nuovi servizi e strumenti di pagamento e, con essi, allo sviluppo di quei sistemi e infrastrutture ad alta operatività e resilienza che sono necessari per rendere disponibili e accessibili le forme di pagamento innovative.

Diversi fattori spingono per una maggiore integrazione della fase di puro pagamento nella più ampia catena dei servizi finanziari offerti al cliente.

Il mondo dell’open banking potrebbe, infatti, evolvere verso paradigmi più ampi, come ad esempio l’open finance: ciò è reso possibile dalle tecnologie che oggi abilitano l’utilizzo di strumenti quali l’intelligenza artificiale, i big data e i registri distribuiti. Alle autorità pubbliche spetta il compito di creare le condizioni affinché tale ricchezza di strumenti non porti le forze di mercato a divergere in una costellazione di soluzioni frammentate, quanto piuttosto a convergere verso ecosistemi coerenti e interdipendenti, nell’ottica di un pieno governo delle tendenze evolutive.

 

Marco delli Guanti
Avvocato e Consulente
Esperto in Diritto Bancario e degli Intermediari Finanziari
in particolare, nelle aree Compliance, Antiriciclaggio e Legale