Le novità nel mondo delle applicazioni digitali sono veramente molte e si affacciano sul mercato con estrema rapidità. Si pensi solo, a titolo di esempio, allo sviluppo delle applicazioni dell’Intelligenza Artificiale che possono aumentare la nostra qualità del lavoro e renderlo più rapido. Fino ad oggi l’attività, da parte delle aziende, è stata di esplorazione delle potenzialità di piattaforme come Bard, DALL-E o ChatGPT.

Le piattaforme di intelligenza artificiale stanno quindi già entrando di fatto nelle aziende.

Il loro utilizzo appare come importante supporto soprattutto per alcune figure aziendali. Pensiamo agli sviluppatori (per il debugging e in parte per la scrittura del codice) o anche a chi produce in modo intensivo dei testi. Tuttavia l’utilizzo di chat GPT si sta diffondendo anche per attività di tipo più generale come nell’assistenza dei clienti, nella risposta a richieste frequenti o nei riepiloghi delle riunioni.

In diverse aziende assistiamo addirittura ad un utilizzo spontaneo di piattaforme di Intelligenza Artificiale ad opera di singoli dipendenti, anche a seguito dell’affermazione dello smart working che richiede a tutti i collaboratori una maggiore autonomia e una maggiore attenzione ai risultati piuttosto che al processo.

Perché diffondere la conoscenza dell’Intelligenza Artificiale con un approccio bottom-up?

Frequentando le imprese si ha insomma l’impressione che stia arrivando il momento di rendere più sistematico e strutturale l’impiego delle piattaforme di Intelligenza artificiale perché siamo di fronte ad una tendenza che fatalmente andrà affermandosi. In attesa che si proceda, in una logica top-down, a ripensare il lavoro, le sue funzioni e le procedure aziendali, è utile che le aziende diffondano la cultura dell’impiego dell’intelligenza artificiale e del suo utilizzo in logica bottom-up?

A mio parere la risposta non può che essere affermativa per tre motivi:

  1. è conveniente stimolare la creatività di tutti i propri dipendenti in modo da moltiplicare le idee e i suggerimenti
  2. i collaboratori risulteranno più preparati ad affrontare i futuri cambiamenti che sicuramente ci saranno in materia di impiego di risorse digitali
  3. gli operatori che sono più vicini al problema possono essere in grado di accorgersi prima di altri di quali siano i passaggi critici nei quali l’IA può essere utile

Chi sceglie la strada di incoraggiare l’approccio bottom-up all’Intelligenza Artificiale, a mio modesto parere, avrà la necessità di attivarsi in una duplice direzione.

Innanzitutto dovrà formare in modo basico il proprio personale, lasciando poi che ciascuno impari dal proprio collega, per poi predisporre un sistema di rilevazione in modo da monitorare ciò che sta avvenendo e raccogliere il feedback per non disperdere suggerimenti ed esperienze positive.

Le novità peraltro si susseguono in rapida successione: si moltiplicano le piattaforme che offrono applicazioni di intelligenza artificiale di tipo specialistico, Google ha ormai integrato Bard in Gmail, Docs e Drive e Microsoft ha annunciato per il primo novembre il rilascio di Copilot come componente nella suite Office. Possiamo immaginare che, con buona probabilità, il nostro lavoro potrebbe non essere più svolto come prima.

Angelo Pasquarella
Presidente Projectland