In queste settimane i software di intelligenza artificiale come ChatGPT sono sulla cresta dell’onda e, occupandoci noi di sviluppo delle persone, abbiamo più volte riflettuto sull’impiego di tecnologie per la formazione.

Ormai quasi tutte le aziende integrano con successo la tradizionale formazione in presenza in e la formazione virtuale, sincrona e asincrona. In generale, intendiamo per formazione a distanza (FAD) “asincrona” quando docenti e discenti non sono coinvolti nel processo di apprendimento nello stesso momento. Al contrario, la formazione virtuale è “sincrona” quando chi vi prende parte partecipa al momento formativo in simultanea, interagendo in tempo reale. Sono un esempio di FAD asincrona i classici WBT (Web Based Training) in autoistruzione, ma anche i simulatori o i virtual lab. Fanno invece parte della FAD sincrona le virtualclassroom, le video conferenze, o i MOOC (Massive Open Online Courses). Se vuoi approfondire

Le aziende più innovative hanno poi integrato i loro Learning Management System (LMS) con tools social, di condivisione o di gamification che mantengono alte collaborazione e attenzione e favoriscono lo scambio di conoscenze ed esperienze.

Qualche esempio di tecnologia in aula

Tra gli strumenti che vanno per la maggiore, troviamo le digital whiteboard e le piattaforme collaborative come Mural, Miro o Google Jamboard. A cosa servono? Sono degli ottimi supporti per sviluppare progetti e idee, guidare i brainstorming, ripercorrere customer journey, modellare processi, mettere a punto business model…  Il tutto attraverso post-it, mappe mentali, diagrammi, video, tabelle, funzionalità di disegno e così via.

Non possiamo poi non citare i software come Mentimeter, che aiuta i docenti ad avere un feedback interattivo in tempo reale attraverso sondaggi, word cloud, quiz, reazioni e altro. O ancora, i giochi e le sfide di apprendimento di Kahoot o Qstream. Sul fronte dell’e-learning invece, software come EdApp o CourseLab agevolano la creazione di videolezioni per la formazione a distanza e si integrano facilmente con i LMS più comuni, come Moodle o Docebo.

Il ruolo del sistema di docenza

Non vorremmo però dare l’impressione che l’apporto dei docenti e dei professionisti della formazione passi in secondo piano, anzi. In Projectland siamo infatti convinti che non sia la tecnologia in sé a migliorare la qualità dell’istruzione. Crediamo invece che la chiave sia, come sempre, nella capacità delle persone di integrare e rinnovare i sistemi di apprendimento e i processi educativi, anche con l’aiuto della tecnologia.

La grande forza di tutti quei software nominati poco fa sta proprio nel fatto che promuovono un apprendimento più inclusivo, flessibile, personalizzabile, mirato e coinvolgente. Sarà però compito nostro riuscire a far sì che il loro potenziale sia valorizzato e che non sia ridotto a semplice intrattenimento o a uno sfoggio di tecnologia fine a sé stessa.

Perché usiamo ancora così poco questi strumenti?

È però giusto e utile fare un momento di autocritica. Attraverso le nostre piattaforme di formazione sono erogati ogni giorno decine e decine di corsi, con docenti interni ed esterni. Eppure, è ancora molto raro vedere docenti che utilizzano software di collaborazione e gamification tipo quelli citatati poco fa. Verissimo, qualche docente ha sottoscrizioni personali e sfrutta al meglio le tecnologie per la formazione (guarda caso, sempre con ottimi risultati), ma restano ancora la minoranza.

Al contrario, molti docenti ancora faticano a caricare le slide o accendono mal volentieri la webcam, preferiscono evitare di fare esercitazioni pur di non usare le funzionalità delle aule virtuali come le breackout room o i sondaggi. Con questo non si vuole affatto colpevolizzare i docenti, e anzi parte della responsabilità cade proprio su di noi, sui professionisti della formazione.

Insomma, è chiaro a tutti, docenti, discenti e Formazione, che l’aula virtuale e l’aula in presenza siano esperienze ben diverse e che ciascuna abbia i suoi pro e i suoi contro. Eppure, spesso continuiamo a replicare in aula virtuale gli stessi modelli di docenza dell’aula in presenza.

Formazione formatori, progettazione e digital mindset

Se, come professionisti della formazione, vogliamo davvero far valere le opportunità che la tecnologia ci offre nel campo dell’apprendimento, dobbiamo rivolgere il nostro impegno verso i docenti e verso la progettazione. Dovremmo investire tempo e risorse per acquisire licenze, fare progettazione pensata per l’aula virtuale, fornire assistenza continua a chi non si trova a suo agio con le tecnologie e, soprattutto, cercare di coltivare in ognuno di noi lo sviluppo di un digital mindset.