Rapporto sul Benessere equo e sostenibile dell’Istat: segnali importanti per la formazione continua
Presentato dall’Istat l’annuale rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes), il quale segnala, per la prima volta, una crescita dell’accesso alla formazione continua in Italia. Scopo della rilevazione è di misurare il progresso della società italiana da un punto di vista economico ma soprattutto sociale e ambientale. Iniziativa che dimostra l’attenzione dell’Italia nella valutazione di indicatori sul benessere che vadano oltre il Pil.
Nel quadro delineato dal rapporto, l’Italia è ancora distante dalle medie europee per il benessere equo e sostenibile. Segnali negativi arrivano, in particolare, dagli indicatori relativi al livello di istruzione e competenze. Una notizia non positiva, se pensiamo che sono proprio l’istruzione, la formazione e le competenze acquisite a determinare il benessere delle persone e la loro possibilità di accesso a percorsi altrimenti preclusi.
La chiusura di scuole e università a causa della pandemia, con la prevalenza di forme di didattica a distanza, ha infatti determinato un peggioramento dei livelli di istruzione didattica e professionale.
I risultati del rapporto
Nel contesto descritto, va comunque segnalata un’importante eccezione. Il rapporto BES segnala come la partecipazione alla formazione continua da parte della popolazione tra i 25 e i 64 anni è infatti aumentata nel 2021, superando i livelli del 2019. Per la prima volta l’Italia raggiunge la media europea.
In Italia il ricorso alla formazione continua nelle quattro settimane precedenti l’intervista riguarda il 9.9% della popolazione di 25-64 anni. Nel 2019 la rilevazione si fermava al 8.1%, mentre nel 2020 al 7.1%.
Le chiusure imposte dalla pandemia hanno decisamente condizionato l’accesso alle opportunità di formazione . Nella primavera 2020, infatti, la possibilità di prendere parte ad attività di apprendimento è stata bruscamente interrotta e solo parzialmente riconvertita in altre forme.
Nel 2021, invece, la partecipazione alle opportunità di apprendimento si è riavviata con maggior vigore rispetto agli anni precedenti, raggiungendo per la prima volta i livelli della partecipazione media dei paesi dell’Unione Europea.
La crescita della formazione continua ha riguardato tutte le regioni, anche se con diverse intensità. Partecipano di più alla formazione i residenti in Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Provincia Autonoma di Trento, con valori superiori all’12%; sotto l’8% invece Sicilia, Campania, Puglia e Calabria.
Un’ottima notizia, che ci auguriamo costituisca l’avvio di un trend sempre più positivo. L’accesso alla formazione continua è infatti fondamentale per mantenere le aziende al passo dei cambiamenti in corso ed è in grado di produrre quella crescita del capitale umano necessaria allo sviluppo di ogni società.
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