Assistiamo quotidianamente a violazioni del principio di parità di trattamento nel mercato del lavoro e sul luogo di lavoro che non riguardano esclusivamente differenze di trattamento tra uomini e donne ma sono basate su fattori anche diversi dal genere.

Il Tribunale di Milano definisce come discriminatorio  “un comportamento fondato su un motivo odioso, che colpisce un soggetto per il sol fatto di una sua caratteristica personale che lo contraddistingue, per un puro pregiudizio di non identità e omologazione che guarda alla condizione psico-fisica ovvero alla sua  personalità complessivamente intesa” 

Spesso non riconosciamo nemmeno se siamo vittima o artefici/complici di situazioni di discriminazione ma è certo che la nostra Costituzione all’art. 3 prevede un’uguaglianza inviolabile. Secondo l’art.4 della Carta costituzionale, poi, siamo tutti tenuti a svolgere un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della Società.

Partiamo dal presupposto che:

  • Tutti abbiamo il diritto di non essere discriminati e l’obbligo di non discriminare
  • Non ogni differenza di trattamento è discriminatoria
  • Ogni atto di gestione delle risorse umane, ogni comportamento, ogni regola, può essere discriminatoria.
  • Causa di situazioni discriminatorie possono essere condotte reiterate nel tempo. Anche una condotta singola può assumere rilevanza in base  alle modalità con cui viene estrinsecata.

Questo comporta la necessità di prevenire e riconoscere situazioni di discriminazione o porvi termine e difendersi nella propria qualità di persona o di datore/datrice di lavoro, o di lavoratore/lavoratrice.

Siamo vittime o assistiamo ad un caso di discriminazione?

Quanto si configura è una molestia, un maltrattamento o un caso di caso di mobbing?

Come è possibile tutelarsi dinanzi a queste situazioni?

Possiamo coinvolgere le Istituzioni nazionali, regionali o locali nella nostra difesa?

La diffusione del fenomeno e la particolarità della materia ha comportato l’esigenza di norme di tutela anche recenti, di Istituzioni, a protezione delle pari opportunità e di una specifica certificazione per lo sviluppo di un ambiente di lavoro realmente inclusivo.

Il corso, volutamente con un taglio pratico, descrive casi di discriminazione, strumenti per prevenirli (tra cui la specifica certificazione aziendale) e gli  strumenti di tutela.

Un corso, quindi, che, abbracciati i temi della parità di trattamento, del diritto antidiscriminatorio e del diritto del lavoro, quindi, ha l’obiettivo di avere una visione chiara su quello che è inviolabile e può favorire comportamenti più virtuosi nella nostra vita privata e a lavoro, sia che si lavori autonomamente, sia che si lavori presso terzi.

Formarci può aiutarci a prevenire e a gestire una situazione in violazione al principio di parità.

Non formarsi, può farci diventare un complice o un bersaglio possibile.

Per avere informazioni o iscriversi al corso di  diritto antidiscriminatorio contatta Projectland compilando l’apposito format.

Avv. Lara Aranzulla