Indice DESI 2022: l’Italia al 18° posto fra gli stati membri UE

Introdotto nel 2015, l’indice DESI  – Indice dell’Economia e della Società Digitale – monitora i progressi degli stati membri europei nel processo di digitalizzazione. Si tratta di un indicatore molto importante in grado di restituire, annualmente, una fotografia dello stato dell’arte europeo sul tema.

DESI 2022 italia

Inaugurando il Decennio Digitale nel 2021 la UE si è posta importanti e ambiziosi obiettivi. Entro il 2030, l’Unione intende per esempio assicurare il possesso di competenze digitali di base ad almeno l’80% della sua popolazione. E ancora: entro quella data il 90% delle PMI dovrà raggiungere almeno un livello di intensità digitale di base, l’accesso a internet dovrà essere garantito a tutti e i servizi pubblici fondamentali dovranno essere digitalizzati al 100%.

Vediamo allora qual è la situazione analizzata per l’Italia nell’anno 2022. Per i risultati ottenuti dal nostro Paese nel 2021, vi invitiamo a leggere questo articolo.

I risultati dell’indice DESI 2022 per l’Italia

Per l’edizione 2022, l’Italia si colloca al 18° posto fra i 27 stati membri dell’Unione, guadagnando due posizioni rispetto al 2021. Si tratta di un risultato evidentemente non brillante e non all’altezza della terza economia UE per dimensioni. Tuttavia, occorre sottolineare come negli ultimi anni la crescita dell’Italia sia «avanzata a ritmi sostenuti» . Ulteriori margini di crescita saranno poi garantiti dalle politiche nazionali e comunitarie – prima fra tutte il PNRR – che potranno, in questo senso, contribuire fortemente a un ulteriore sviluppo dell’ecosistema digitale italiano.

Vediamo allora, sinteticamente, i principali risultati dell’indice DESI 2022 per l’Italia nelle quattro voci capitale umano, connettività, integrazione delle tecnologie e servizi pubblici digitali.

Capitale umano

Iniziamo dalle cattive notizie. Per quanto riguarda il capitale umano, l’Italia si colloca al 25° posto sui 27 Paesi dell’Unione. Solo il 46% delle persone possiede infatti competenze digitali di base, contro la media europea assestata al 54%. Si tratta di un risultato evidentemente non positivo, parzialmente mitigato dalla notizia di una maggiore vicinanza alle medie europee nel campo delle competenze digitali superiori a quelle di base (23% contro la media Ue assestata al 26%).

Il nostro Paese presenta poi la percentuale di laureati nel settore TIC più bassa di Europa: solo l’1.4% contro il 3.8% europeo. Peraltro, lo sviluppo di queste competenze non è adeguatamente supportato neanche dalle imprese italiane. Dall’Indice si evince come solo il 15% delle imprese eroghi ai propri dipendenti una formazione in materia di TIC, contro il 20% della media europea.

Senza giri di parole: anche per quest’anno, l’Italia appare il fanalino di coda europeo in materia di capitale umano. Si tratta indubbiamente del parametro che più pesa nella classificazione generale dell’Indice e che più attesta la gravità degli sforzi che il nostro Paese deve ancora compiere.

Connettività

Con un punteggio complessivo pari a 61.2, l’Italia si colloca al 7º posto tra gli Stati membri dell’UE in termini di connettività. La copertura 5g è passata dall’8% al 99.7% delle zone abitate e sono previsti ulteriori margini di miglioramento. Per quanto riguarda le infrastrutture fisse a banda larga, la percentuale delle famiglie raggiunte è del 97%, ben sopra la media UE (90%). Unica nota negativa è data dalla percentuale di famiglie che hanno accesso alla rete fissa di altissima capacità VHCN, dato ancora molto distante – ben 26 punti percentuali – dalla media europea.

Integrazione delle tecnologie digitali

L’Italia si colloca all’8º posto nell’UE per quanto riguarda l’integrazione delle tecnologie digitali. Andando in profondità, scopriamo che la maggior parte delle PMI del Paese raggiunge almeno un livello base di intensità digitale (60%, 5 punti sopra la media europea). La fatturazione elettronica è utilizzata dal 95% delle imprese; i servizi Cloud sono utilizzati dal 52% delle aziende (la media UE su questo parametro si assesta solo al 34%).

Sotto i valori europei, invece, l’uso che le imprese fanno dei dei big data (9% contro il 14% UE) e delle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale. Anche la diffusione del commercio elettronico, per quanto in crescita, rimane indietro rispetto alla media comunitaria. L’indice DESI 2022 sottolinea comunque i vantaggi di ulteriori investimenti nelle tecnologie digitali avanzate. Il settore italiano presenta infatti notevoli punti di forza, il cui sviluppo è considerato essenziale non solo per il Paese ma per tutta l’Unione Europea.

Servizi pubblici digitali

Secondo l’indice DESI 2022, l’Italia si colloca al 19º posto nell’UE per quanto riguarda i servizi pubblici digitali. Se da un lato vengono segnalati continui progressi, ancora una percentuale non soddisfacente (40%) di utenti ricorre ai servizi digitali della Pubblica amministrazione (la media UE si assesta al 65%). In materia di open data, il nostro Paese ottiene risultati migliori raggiungendo un punteggio del 92%.

Per quanto riguarda l’offerta di servizi digitali, il nostro sistema agisce meglio nei confronti delle imprese – dove il dato è vicino alla media UE – rispetto che nei confronti dei cittadini. Si segnala, tuttavia, come il PNRR potrà giocare un ruolo fondamentale nel favorire questo progresso. In crescita anche la diffusione del sistema di identificazione elettronica SPID (+ 11 milioni in un anno), mentre sono già 27 milioni gli individui in possesso di carta di identità digitale CIE. Per quanto riguarda l’accesso ai fascicoli sanitari digitali – il cui obiettivo è il raggiungimento del 100% dell’accessibilità –  si segnalano avanzamenti, legati però ancora a pesanti squilibri territoriali.

Conclusioni

Riportati sinteticamente, questi risultati ci aiutano a comprendere quali siano le strade da percorrere per rafforzare la posizione italiana in materia di digitalizzazione. Attualmente, sono in campo diverse strategie e iniziative, oltre che massicci piani di intervento – primo fra tutti il PNRR – in materia di progresso digitale. L’auspicio è pertanto che gli sforzi proseguano nella direzione che l’Italia si è data, portando a un miglioramento generale della posizione del nostro Paese nel panorama europeo.