“L’avvento della Quarta rivoluzione industriale e delle sue tecnologie avanzate ha portato ad ampie opportunità per imprese e Governi. Negli ultimi decenni queste tecnologie hanno forse disatteso quei promessi risultati rivoluzionari vantaggio della società, ma numerose evidenze indicano come governi dinamici e imprese orientate allo scopo sono disposti a plasmare una nuova era di collaborazione pubblico-privata. Un approccio proattivo e una miglior pianificazione strategica sono ora necessarie per creare un mercato del futuro in grado di rispondere ai bisogni della società”.

Con questa interessante premessa si apre il report “Markets of Tomorrow: Turning tecnhologies into new sources of Global Growth”. Questo lavoro del World Economic Forum (WEF) offre spunti di riflessioni molto importanti nell’ambito del dibattito sul ruolo che avrà la Quarta rivoluzione industriale nel modellare il mondo di domani.

Negli ultimi due anni il mondo ha assistito a importanti cambiamenti che hanno riguardato l’economia e il mondo del lavoro. In questo senso, la crisi determinata dal Covid19 ha permesso l’emergere di nuove opportunità – si pensi alla diffusione del lavoro da remoto – accelerando ulteriormente il processo di innovazione tecnologica. Per accompagnare tuttavia i settori e le tecnologie che avranno un ruolo predominante nel modellare il mercato del lavoro di domani è necessario sia adottata, a livello globale, una visione strategica che non sia determinata solo dall’avvento di situazioni di crisi. Secondo il WEF, in particolare, i Governi dovranno assumere il ruolo di primi investitori in tecnologie e settori apripista.

Il mercato di domani: l’indagine del World Economic Forum

Il report Markets of Tomorrow illustra i risultati di un’indagine condotta in più di 120 economie con la somministrazione di oltre 12mila interviste. Le tre domande a cui è stato chiesto di rispondere sono:

  1. Quali tecnologie sono strategicamente prioritarie per il tuo Paese?
  2. Quali settori sono strategici per l’apertura di nuovi mercati?
  3. Quali sono i principali ostacoli alla crescita di nuovi mercati?

Le risposte fornite a questi interrogativi pongono le basi per una importante riflessione. È indubbio, infatti, che sia il settore pubblico che quello privato stiano vivendo grandi trasformazioni. Mentre il settore pubblico sta ristrutturando le sue politiche industriali per poter dare risposta ai problemi sociali, quello privato è trainato dalla necessità di riorganizzare il business tenendo conto della crescente richiesta di responsabilità sociale e ambientale. Proprio la convergenza tra queste due spinte potrebbe allora favorire l’apertura di una nuova era tra i due settori, permettendo di risolvere alcune delle grandi sfide che si pongono di fronte l’umanità. Si tratta di una tendenza certamente auspicabile che avrà bisogno, però, di essere strutturata e pianificata strategicamente.

Il mercato del futuro: le tecnologie di importanza strategica

La prima domanda chiedeva al rispondente di indicare le tecnologie di importanza strategica per il proprio Paese, nel successivo decennio.

Chi legge dal mondo occidentale può aspettarsi che la prima risposta riguardi le tecnologie di frontiera (AI, big data, metaverso, quantum computing).

La realtà è però ben diversa: a livello globale le prime tre tecnologie ritenute di importanza strategica fanno riferimento a settori economici classici: agricoltura, educazione ed energia. Chiaramente questa risposta indica con chiarezza una gerarchia di priorità a livello mondiale che è diversa da quella che si è posta il solo Occidente. Le tecnologie del settore agricolo significano, per i Paesi che vivono ancora uno stato di insicurezza alimentare, la possibilità di accedere a cibo sano e nutriente. Per i Paesi più industrializzati, la sfida è la minimizzazione delle emissioni del comparto. La sfida educativa riguarda invece, in ogni parte del mondo, la possibilità di emancipazione delle persone. Le tecnologie del settore energetico, infine, sono chiamate a rispondere alla decarbonizzazione dell’economia.

I settori in grado di abilitare la creazione di nuovi mercati

Dopo aver indicato le tecnologie di importanza strategica per il proprio Paese, ai rispondenti è stato chiesto in quali settori le tecnologie selezionate potrebbero abilitare la creazione di nuovi mercati. Al primo posto tra le opportunità settoriali si trovano i servizi e le tecnologie per l’informazione. Questa prevalenza dimostra, chiaramente, la centralità della Quarta rivoluzione industriale nell’evoluzione dei mercati di domani. Interessante notare come i servizi e le tecnologie per l’informazione siano la prima priorità per le economie più avanzate, la seconda per le economie medio-alte e la terza per i Paesi a economia medio-piccola. Tornando invece ai dati complessivi, in seconda posizione si trova ancora il settore agricolo seguito da quello energetico.

Gli ostacoli alla crescita di nuovi mercati

Al termine della rilevazione è stato chiesto di identificare gli ostacoli che impediscono la crescita di nuovi mercati. I “colli di bottiglia” identificati a livello mondiale sono i mancati investimenti in competenze e talenti, le carenze infrastrutturali e la debole iniziativa da parte del settore pubblico.

Disaggregando questi dati a livello regionale si ottengono, come è intuibile, risultati diversi. Le economie in via di sviluppo individuano infatti come principali ostacoli la mancanza di infrastrutture e di investimenti finanziari. I Paesi con economie più forti, invece, vedono un possibile collo di bottiglia nei mancati investimenti in competenze. Per paradosso, tra l’altro, i tre Paesi analizzati che hanno espresso maggiormente questa preoccupazione sono Stati molto ricchi e istruiti, seppur piccoli: parliamo infatti di Lussemburgo, Svizzera e Singapore. Questo dato comunque non sorprende: sappiamo bene infatti come l’umanità potrà beneficiare dell’innovazione tecnologica solo investendo in capitale umano.

Soffermiamoci, infine, a riflettere sul fatto che la mancanza di iniziativa del settore pubblico sia percepita come un grande ostacolo da ben 77 delle 120 economie indagate. Si tratta di un punto fondamentale, già suggerito da studiosi di tutto il mondo: il prossimo futuro avrà bisogno di un maggior coinvolgimento dei Governi che saranno chiamati a intervenire più decisamente nel plasmare nuovi mercati e nel mantenerli in vita. È proprio dalla convergenza di forze pubblico e privato che si potrà delineare infatti un economia forte e sostenibile. Ogni Stato, evidentemente, dovrà trovare la sua via e la sua soluzione: ciò che è importante sia ribadito, in conclusione, è che l’avvento della Quarta rivoluzione industriale avrà bisogno, per sprigionare i benefici attesi, della massima collaborazione fra tutti gli attori in campo.