Avere l’opportunità di investire grosse cifre di denaro spesso non coincide con l’avere una buona educazione finanziaria. L’alfabetizzazione finanziaria è un problema a livello globale perché, spesso, gli investitori non sanno come funziona il sistema del credito e non conoscono l’impatto potenziale sul benessere finanziario che decisioni sbagliate possono creare per molti, molti anni. Una corretta educazione finanziaria è l’unica soluzione al problema ma, prima di tutto, bisogna sapere qual è il grado di alfabetizzazione degli investitori oggi e ad occuparsene sono, al momento, le istituzioni finanziarie.

Negli Stati Uniti, per esempio, periodicamente, la Financial Industry Regulatory Authority (FINRA) rilascia un semplice test di cinque domande per misurare la conoscenza dei consumatori su interessi, compounding, inflazione, diversificazione e prezzi delle obbligazioni. Il test è parte integrante del programma National Financial Capability Study. I risultati dell’ultimo test non sono confortanti: solo il 34% ha risposto correttamente a quattro domande su cinque. Questo suggerisce che i principi economici e finanziari che sono alla base dell’investimento continuano a essere poco chiari e spesso sono fraintesi.

Nell’Unione Europea (UE) è la Banca Centrale Europea (BCE) la più attiva in materia e organizza una serie di eventi che coinvolgono altre istituzioni e università. In Italia si svolge un’attività di alfabetizzazione finanziaria molto simile a quella della BCE, grazie anche al coinvolgimento sia di intermediari finanziari sia di associazioni. Non c’è dubbio che educare gli investitori oggi è diventato più difficile in UE. Sono cambiate le abitudini dei consumatori e i prodotti finanziari si sono evoluti a tal punto da rendere più difficile per le persone gestire le proprie finanze.

Il cambiamento più significativo è la digitalizzazione del denaro. In passato, la maggior parte delle persone utilizzava denaro contante per i propri acquisti quotidiani. Oggi si compra quasi tutto con le carte di credito: nel 2020 l’utilizzo del denaro elettronico ha rappresentato il 25% dei pagamenti totali in UE contro il 21% del 2017. Lo shopping online è la scelta migliore per molti e questo può spingere a usare il credito in maniera eccessiva, accumulando rapidamente debiti.

Nel frattempo, le società di carte di credito, le banche e altre istituzioni finanziarie si sono attrezzate con offerte innovative di credito e di investimento, abbinando la possibilità di richiedere carte di credito o pagare una carta con un’altra e creando opportunità di cross selling su prodotti finanziari (assicurazioni, fondi). Le alternative di investimento sono abbondanti, complicate e spesso poco confrontabili. Senza un’adeguata conoscenza, è facile sbagliare.

Una corretta pianificazione finanziaria è a lungo termine e le persone non possono dipendere da imprevisti una tantum guardando agli avvenimenti di mercato (per esempio, l’American Rescue Plan, il Piano NextGeneration EU, e in Italia il PNRR). La conoscenza finanziaria è fondamentale per gestire la vita finanziaria quotidiana, pur avendo una visione che guarda al futuro. Il comportamento più comune è quello di dedicare attenzione al breve termine, anche perché guardare avanti è un esercizio difficile. La verità è che ci comportiamo sia come miopi sia da presbiti, magari a volte astigmatici, con un occhio che guarda in modo diverso dall’altro.

La prova? La maggior parte delle persone guarda solo ai rendimenti dei suoi investimenti e non al raggiungimento di obiettivi a lungo termine. Secondo Luigi Einaudi “l’investitore medio si comporta come un animale multiforme: ha la memoria di un elefante, la paura di un coniglio e la velocità di una lepre”.

Secondo me, ha anche l’accidia di un panda, come conseguenza di un livello troppo alto di protezione percepita ma non effettiva.

 

Giuseppe G Santorsola
Professore Ordinario di Asset Management,
Corporate Finance e Corporate & Investment Banking
Università Parthenope di Napoli

(Articolo pubblicato su “www.ilCignoBianco.com”)